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Tangentopoli turca, sotto accusa figli due ministri: sedici nuovi arresti

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Tra le personalità vicine al governo messi in custodia cautelare anche il direttore della banca pubblica Halk Bankasi, Suleyman Aslan, e il manager azero, Reza Zerrab, tutti sospettati di corruzione, frode e reciclaggio. Erdogan minaccia espulsione ambasciatori stranieri/PIMG alt=”Tangentopoli turca, sotto accusa figli due ministri: sedici nuovi arresti” src=”http://www.tgtube.it/wp-content/uploads/2013/12/wpid-121005923-34a20b55-3ab2-4430-b46c-b27e68bd26ec.jpg” itemprop=”image”Il figlio del ministro degli Interni Baris Güler  STRONGISTANBUL -/STRONG Lo scandalo di corruzione che sta colpendo la Turchia continua ad allargarsi. Oggi anche Baris Güler e Kaan Caglayan, figli del ministro degli Interni Muammer Güler e dell’Economia Zafer Caglayan, sono stati accusati e messi in custodia cautelare dai giudici a Istanbul. Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan è in difficoltà e ha ventilato la possibilità di espellere dal Paese alcuni ambasciatori stranieri responsabili di “provocazioni”. P”Alcuni ambiasciatori sono impeganati in azioni di provocazione” ha detto parlando in diretta tv da Samsun, sul Mar Nero. “Non siamo certo tenuti a ospitarli nel nostro Paese” ha aggiunto Erdogan. Il riferimento implicito è parso rivolto agli Stati Uniti, la cui ambasciata ad Ankara ha peraltro smentito qualsiasi ruolo nello scoppio dello scandalo. Erdogan ha poi invitato l’ambasciatore degli Stati Uniti ad Ankara, Francis Ricciardone, a “pensare agli affari suoi”./PP”Si tratta – ha detto – di una manovra contro il governo, ma noi non ci faremo da parte. Non si tratta solo dell’Akp (il partito islamico di Erdogan, ndr/EM) che diventa sempre più forte, la questione è che la Turchia diventa sempre più potente e questo disturba qualcuno. Ma sarebbe mai possibile triplicare le entrate pubbliche in un paese corrotto?”./PPLo scandalo non ha precedenti e sta travolgendo il governo islamico conservatore, a soli quattro mesi dalle elezioni municipali. Nei giorni scorsi Erdogan aveva bollato l’indagine come una “operazione sporca” contro il suo governo e il ministero degli Interni aveva immediatamente ordinato la sostituzione di decine di dirigenti della polizia che partecipavano all’inchiesta. BRSTRONGBRLEGGI Erdogan decapita la polizia/STRONG di M. ANSALDO/EM/PPGli arresti questa mattina sono stati sedici e sono avvenuti dopo una notte di interrogatori nel palazzo di Giustizia di Istanbul, su richiesta del procuratore incaricato del dossier nell’ambito di un’inchiesta sulla vendita di oro e su transazioni finanziare tra Turchia e Iran sotto embargo.BRIMG alt=”Tangentopoli turca, sotto accusa figli due ministri: sedici nuovi arresti” src=”http://www.tgtube.it/wp-content/uploads/2013/12/wpid-124735382-a83c9273-16e6-449a-8a96-1d57007efcbc.jpg” width=558 height=335 L’ex capo della polizia, Huseyin Capkin, rimosso dall’incarico/PBRTra le persone accusate di corruzione, frode, traffico illecito d’oro e appropriazione indebita, risulta anche l’amministratore delegato di una grande banca pubblica, la Halk Bankasi, Suleyman Aslan, e il manager azero, Reza Zerrab. Secondo vari analisti turchi, la vicenda è da leggere sullo sfondo dello scontro, ormai a tutto campo, tra i sostenitori del leader musulmano Fetullah Gulen e il premier Erdogan in vista delle amministrative di marzo. PL’Autorità turca per le telecomunicazioni (Tib) ha bloccato il sito di Mehmet Baransu, giornalista del quotidiano indipendente Taraf, che conteneva articoli, documenti e foto sulla maxi inchiesta. Lo ha annunciato lo stesso giornalista, secondo il quale il suo sito yenidonem.com è colpito da “censura” da mercoledì, una mossa che a suo giudizio configura “un atto illegale”./PPSulla homepage del sito si legge la scritta “Misure di protezione sono state adottate per questo sito sulla base della decisione 2013/20643 del 19 dicembre 2013″. Ma al quotidiano Zaman, Baransu ha spiegato che il suo avvocato ha cercato la decisione presso il tribunale di Istanbul, scoprendo che quel codice si riferisce a un caso di furto e non ne sono state depositate invece a carico del suo sito. “Lo stesso procuratore che dovrebbe essere responsabile della vicenda – ha detto il reporter – ha affermato di non aver mai cercato di chiudere il sito”. Fonti del giornalistaOAS_RICH(‘Bottom’); gli hanno riferito che l’ordine è partito invece da “un alto funzionario del governo”./PPBaransu ha quindi spiegato di aver contattato la presidenza della Repubblica, illustrando la sua vicenda. “Se il presidente Abdullah Gul non tenterà di risolverla, dovrò pensare che anche lui è coinvolto nello scandalo della corruzione”, ha detto il giornalista, annunciando uno sciopero della fame di fronte al palazzo presidenziale. BR ASIDE class=tagsArgomenti:turchiascandalo corruzione turchiascandalo turchiatangentopoli turcaProtagonisti:recep tayyip erdoganBaris GulerKaan CaglayanZafer Caglayanmuammer guler© Riproduzione riservata 21 dicembre 2013
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